RUBY IN PARADISO (RUBY IN PARADISE) |
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di Victor Nnez, con Ashley Judd, Todd Field
(Stati Uniti, 1993)
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Primo premio insolito, questo dell'ultimo festival di Sundance. Perché, al contrario del prototipo del cinema indipendente made in Usa, usa il fioretto e non la mazza, mostra una venditrice che stenta a campare in una stazione balneare della Florida: e non i teppisti alla moda filmati al rock elettronico ed estetica di sghimbescio. Ruby sbarca dal suoTennessee natale, per impantanarsi nella melanconia kitsch delle boutiques di ricordi per pensionati americani: sfere di cristallo con le neve che cade sopra i delfini di plastica, magliette dalle scritte pseudospiritose, suppellettili tragiche per ricordarsi del sole quando l'inverno sarà sceso sugli appartamentini del nord. Ma Nunez non si ferma al reportage d'ambiente: come la sua eroina, è fatto di determinazione e lucidità. E RUBY IN PARADISE panoramica allora - nella sua apparente pigrizia - sugli aspetti della difficoltà del vivere oggi: da quella di trovare un lavoro decente, senza che il figlio della padrona ti tocchi dietro alla cassa. Ma pure sul razzismo, l'inquinamento, lo sfruttamento operaio: del quale la tragicomica stazioncina al mare diventa un microcosmo terribilmente giusto e significativo.
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Il film in Internet (Google)
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Per informazioni o commenti:
info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch
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capolavoro
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